mercoledì 30 novembre 2011

Eccomi di nuovo qui!

   



Finalmente Tom, il tecnico del telefono, mi ha di nuovo riconnesso al mondo e soprattutto al blog. Abbiamo finalmente preso possesso della nuova casetta, certo all'inizio mi è un po' spiaciuto lasciare l'appartamento super galattico in centro ma il costo era un po' troppo elevato per noi poveri immigrati italiani. 

Ho capito di essere a casa, ma soprattutto che tutto il mondo è paese, quando, il giorno stesso del mio ingresso a casa, hanno suonato alla porta un paio di testimoni di geova! Non scherzo, sono arrivati anche qui ma forse sono meno invasivi, basta rispondere no grazie e loro ti augurano buona giornata e morta lì.
Sono contenta della scelta fatta, in 5 minuti siamo in spiaggia e con una camminatina lungo mare arrivi tranquillamente a un paio di negozietti (panettiere, piccolo supermercato, macellaio, frutta e verdura e orefice, che visto il quartiere ha il suo perché).
Dopo un primo momento di spaesamento, no, diciamo pure panico, da milanese super stressata e sempre di corsa che all'improvviso si ritrova in una casa vuota con due bimbe che insieme non arrivano nemmeno a 10 anni, ho capito che l'unica soluzione era di rilassarmi. Sembra assurdo ma ci vuole un po' di tempo anche per godersi la vita e ancora a volte mi prende la sindrome del "sono in ritardo devo correre". 
Adesso mi sembra di essere tornata bambina, quel settembre quando i miei mi lasciarono dalla nonna in campagna perché si sentiva un po' sola e io potei godere della sua compagnia e delle sue coccole silenziose e discrete, fatte di piatti cucinati solo per me e dell'ultimo goccino di vino allungato con l'acqua nel suo bicchiere che mi lasciava bere. La mia nonna viveva in provincia di Mantova e io ci passavo le estati insieme alle mie cugine; non appena finivano le scuole venivamo spedite tutte lì mentre le rispettive mamma e zia erano alle prese con gli esami, essendo la mia una famiglia di maestre e professoresse da generazioni.
La nonna viveva in una grande casa, con tanto di solaio pieno di segreti e cassettoni zeppi di vecchi tesori: bottiglie di profumo, per le quali il profumo rimaneva solo un ricordo di etichetta, camicie da notte mai indossate e mille altre cianfrusaglie, dato che la mia amatissima nonna era sopravvissuta alle guerre e aveva ormai nel sangue la dote di conservare, più che utilizzare, tutte le cose (tieni da conto era il suo motto). I vasetti di vetro, gli scampoli di tessuto, i bottoni recuperati da abiti buttati via, avevano ai suoi occhi un che di magico e teneva tutto da parte. Ricordo che persino in ospedale, gli ultimi giorni, voleva che portassimo a casa i vasetti vuoti degli omogeneizzati!
Adesso respiro la stessa magia ma seduta dall'altra parte del tavolo, Principessa, infatti, mi chiede di poter andare in cantina (che in realtà non è una vera cantina ma semplicemente il sotto casa) e gioca a fare la casetta con Principessina, tirano le tende, chiacchierano da signore e vanno a fare la spesa. Poi c'è la novità del giardino, che per due bimbe di città è una vera gioia! Tagliare le foglie, guardare gli insetti e controllare i vermi del compost!

Dedico questo post alla mia nonna con tanta nostalgia dei momenti passati con lei, a tutte le persone che condividono con me questo ricordo, l'affetto dei nonni e la magia delle vecchie case piene di profumo di campagna e di generazioni di famiglie che ci hanno vissuto. 


1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono zia Anna, ti leggo sempre con molto piacere. Tanti sauti e bacioni a tutti