mercoledì 15 febbraio 2012

se mi guardo intorno

Ho ripreso a correre, questa volta con più determinazione. Fondamentalmente sono una pantofolaia, non impazzisco per l'attività sportiva e poi ho una determinazione sotto lo zero per tutto ciò che implica fatica ma ho deciso di non nascondermi più dietro alle parole, mi son guardata in un paio di foto e ho constatato che sono grassa. Non ce n'è!
Così son 3 giorni che ho ripreso regolarmente e ho chiesto ufficialmente al Boss di fare il mastino e di sgridarmi se mollo!
Andare a correre ha i suoi lati positivi, mi vengono un sacco di pensieri e riflessioni. Oggi, per esempio, riflettevo su quanto le persone siano piene di pregiudizi. 
Frequentando le lezioni di inglese al college, sto conoscendo compagni di culture a me per lo più ignote e molto spesso mi trovo a sorridere quando penso a come l'essere umano tenda a farsi centro del proprio universo. 
Per fare esercizio di conversazione, si chiacchiera per lo più di argomenti generali piuttosto che dei propri paesi di origine.
E così ho scoperto che il ragazzo più giovane della nostra classe, un mite ragazzo cambogiano che è arrivato qui come rifugiato perchè nel suo paese c'era la guerra, non riesce nemmeno a contemplare l'idea che un giovane possa andare a vivere da solo, perchè nella sua cultura si rimane nella casa dei genitori fino a quando non ci si sposa e non si forma una propria famiglia. 
Una impeccabile donna giapponese, invece, considerava una poco di buono la protagonista di un articolo di giornale perché asseriva di non volersi sposare per non essere legata ad un uomo solo. 
E allora mi dico che davvero tutto il mondo è paese e davvero tutti quanti, gialli, neri o bianchi siamo uomini e donne nello stesso modo!

1 commento:

anna ha detto...

...e pensa che anni fa, le prime volte che viaggiavo per lavoro in Sri Lanka, ho conosciuto un ragazzo che arrivava dalla Nuova Zelanda, e pensavo fosse totalmente diverso da me: nel suo Paese era notte quando da noi era giorno, era estate quando da noi era inverno, doveva per forza essere abituato a vivere al contrario rispetto a come vivevo io.... Ti lascio immaginare il mio stupore quando, conoscendolo meglio, mi sono accorta che mi capiva anche quando non mi venivano le parole in inglese,che in moltissime cose la pensavamo esattamente uguale... che sembrava fossimo nati nello stesso Paese (a parte il problema della lingua...)
Avere la possibilità di viaggiare conoscendo le persone a fondo, è la cosa più bella che ci possa capitare, "it really opens our minds" e non "our heads" come dicevo a quel ragazzo in quegli anni .... lui si sbellicava dalle risate!!!!